domenica 21 novembre 2010

Rose del deserto

Autore: SenzaSedie

Ingredienti 
  • 2 uova (1 intero, 1 tuorlo)
  • 125 g zucchero
  • 125 g burro
  • 200 g farina
  • 1 cucchiaio anice
  • 1 cucchiaio lievito per dolci
  • 1 scatola corn-flakes al cioccolato
  • gocce di cioccolato o uva passa a piacere

Preparazione 
Sbattere le uova con lo zucchero. Aggiungere il burro sciolto a temperatura ambiente, l'anice, la farina, il cioccolato (o l'uva passa) ed infine la dose. Mescolare molto bene il tutto, fino ad ottenere un composto omogeneo. Fare delle piccole palline e passarle nei corn-flakes. Mettere della carta forno nella teglia di cottura, disporre i biscotti ad almeno 2 cm di distanza l'un l'altro (nella cottura si gonfiano e potrebbero unirsi). Cottura a fuoco basso, almeno per 20 minuti, ma il tempo dipende molto dal tipo di forno (gas o elettrico) diciamo fino a quando ad occhio e gusto sembrano cotti.

[USA] Peanut Butter Chocolate Chunk Cookies

Autore: Magaolimpia

Descrizione 
Questa è la ricetta dei tipici cookies all'americana. Se riuscite a procurarvi il misurino per la "cup" è meglio, perchè come vedete la conversione delle unità di misura dà dei numeri un po' strani. La ricetta non è tradotta letteralmente, ma è rielaborata in base alla mia esperienza.



RICETTA TRADOTTA E CONVERTITA

Ingredienti 
  • 118.30 ml burro
  • 177.44 ml burro di arachidi
  • 118.30 ml zucchero
  • 118.30 ml zucchero di canna
  • 1 uovo grosso
  • mezzo cucchiaino vaniglia
  • 236.59 ml farina
  • mezzo cucchiaino bicarbonato
  • 170.10 g gocce di cioccolato

Preparazione 
1. Mescola il burro normale con il burro di noccioline insieme fino a che non siano ben amalgamati.
2. Aggiungi i due tipi di zucchero mescolando a velocità media;
3. Aggiungi l'uovo e la vaniglia e mescola bene finchè non siano completamente incorporati.
4. Aggiungi la farina e il bicarbonato, mescola bene finché non ci sono più tracce bianche di farina, unisci le gocce di cioccolato e mescola piano per incorporarle nell'impasto.
5. Con l'impasto fai dei dischetti di 3 cm di diametro e metili in una teglia coperta di carta da forno, ben distanziati l'uno dall'altro perchè si allargheranno.
6. Cuoci a forno molto caldo per una decina di minuti. Quando li sfornerai saranno ancora un po' molli, perciò prendeli con una palettina e mettili su una griglia a raffreddare.

RICETTA ORIGINALE

Ingredienti

  • 1/2 cup unsalted butter
  • 3/4 cup chunky peanut butter
  • 1/2 cup sugar
  • 1/2 cup dark brown sugar, firmly packed
  • 1 large egg
  • 1/2 teaspoon vanilla
  • 1 cup all-purpose flour
  • 3/4 teaspoon baking soda
  • 6 ounces bittersweet chocolate chips or bittersweet semisweet chocolate chunks

Preparazione
1. Cream the butter and peanut butter together until fully incorporated.
2. Add the sugars and cream on medium speed.
3. Add the egg and vanilla and mix until completely incorporated.
4. Add the flour, mix until no white remains, then add the chocolate and mix on low just until everything comes together.
5. Drop by teaspoonfuls onto parchment-lined baking sheets.
6. Bake at 350° for 9 minutes or until golden brown.

Baci di dama

Autore: Nero d'Avola

Ingredienti 
  • 100 g zucchero
  • 100 g mandorle
  • 100 g farina bianca
  • 80 g burro
  • 1 bustina vanillina
  • 150 g cioccolato fondente
Preparazione 
Tostare le mandorle nel forno, quando si sono un po’ scurite toglierle dal forno. Aspettare che si raffreddino. Pelarle e tritarle con un po’ di zucchero. Versare questa specie di farina in una ciotola più grande, aggiungere il restante zucchero, la farina, la bustina di vanillina e il burro. Dare al composto la forma di una palla che, avvolta nella pellicola, va lasciata 2 ore in frigo. Trascorse le 2 ore tagliare la “palla” in tanti cubetti (dovrebbero venirne fuori circa 40). Lavorarli con le mani in modo da ottenere delle palline schiacciate .Metterli su una teglia da forno precedentemente ricoperta con l’apposita carta. Informare in forno caldo (160°) per circa 20 minuti. Lasciarli raffreddare. Staccarli (se si staccano caldi si rompono, perché caldi sono morbidi). Far sciogliere il cioccolato. Spalmarne un po’ sulla parte liscia del biscotto al quale ne uniremo un altro. Lasciar raffreddare il cioccolato. Mangiare.

lunedì 15 novembre 2010

Liquore al cioccolato

Autore: Magaolimpia

Ingredienti 
  • 1l latte
  • 1 Kg zucchero
  • 250 g cacao amaro in polvere
  • 250 g alcool

Preparazione 
Mettere sul fuoco latte, zucchero, cacao precedentemente mescolati a freddo. Lasciate bollire per 3 minuti e togliete dal fuoco. Quando sarà freddo unitevi l'alcool mescolando bene: dovrete ottenere un liquido cremoso. Versate in una bottiglia da un litro e chiudetela bene. Si può consumare dopo una settimana di riposo.

Nocino

Autore: Senzasedie

Descrizione
Il segreto di questa ricetta dovrebbe essere il raccogliere le 18 noci direttamente dalle piante, tra il 23-24-25 giugno. Così disse la nonna che tramanda il sapere ;)

Ingredienti 
  • 18 noci fresche
  • 1 l alcool
  • 1 + 1/4 l vino bianco (buona qualità)
  • 450 g zucchero
  • 5 caffè in chicchi
  • 2 chiodi di garofano
  • qb cannella

Preparazione
Tagliare le noci in 4 parti. In un vaso di vetro (sufficientemente grande da contenere, alla fine, tutto il composto) mettere alcool e noci. Lasciare riposare per 20 giorni in un posto scuro e fresco. Il ventesimo giorno, fare sciogliere tutto lo zucchero in 1/4 di litro di vino bianco (di buona qualità) facendo attenzione a non fare bollire il liquido. Una volta freddo, versarlo nel vaso di vetro ed aggiungere i chicchi di caffè, i chiodi di garofano ed un pezzettino di cannella. Lasciare il composto nel vaso per altri 20 giorni. Il quarantesimo giorno filtrare tutto il contenuto del vaso con della stoffa. Sciacquare il vaso, rimetterci il composto ed aggiungere nuovamente le noci e le altre cose filtrate. Aggiungere anche 1 litro di vino bianco (di buona qualità) e lasciare il tutto in infusione per altri 10 giorni. Quest'ultima operazione serve per rendere meno forte il liquore. Il cinquantesimo giorno filtrare ed imbottigliare.

Note
Il procedimento è un po' lungo, ma ho assaggiato il risultato e ne vale la pena!

Liquore alla prugna

Autore: Senzasedie

Descrizione
Questa viene dalla mia vicina di casa, nelle Marche.

Ingredienti 
  • 1 l grappa
  • 600 g prugne selvatiche
  • 250 g zucchero
  • 1 baccello di vaniglia
Preparazione 
Munirsi di un boccale (meglio se di legno, ma non indispensabile) capace di contenere, alla fine, tutto il composto. Mettere le prugne nel boccale e schiacciarle. Aggiungere lo zucchero, il baccello di vaniglia e la grappa. Mescolare mattino e sera per 40 giorni. Filtrare ed imbottigliare

Note
Mentre il composto è in infusione, non chiudere mai ermeticamente il boccale, ha bisogno di aria.

Brodo di giuggiola

Autore: Senzasedie

Descrizione 
Mi chiedo.. se da questo liquore nasce il detto "sentirsi in brodo di giuggiole", cosa ci vieta di provare anche noi questa sensazione?


Ingredienti
  • 1000g giuggiole
  • 1l alcool
  • 350g zucchero
  • 1 limone
  • 1 baccello di vaniglia
Preparazione 
Raccogliere le giuggiole a maturazione avvenuta (non troppo verdi). Munirsi di un vaso con chiusura ermetica capace di contenere tutti gli ingredienti. Lavare le giuggiole e metterle nel vaso con l'alcool, lo zucchero, la scorza di un limone (meglio se non trattato) ed il baccello di vaniglia. Chiudere ermeticamente e lasciare riposare sotto il sole di Settembre. Muovere il vaso di tanto in tanto per permettere allo zucchero di sciogliersi completamente.

Note
Lasciare macerare per almeno 8 mesi.

Bellini

Autore: Senzasedie

Ingredienti 
  • 6 pesche bianche
  • 100g lamponi
  • 1l prosecco
  • qb succo di limone
  • qb zucchero
Preparazione 
Snocciolare e passare al mixer le pesche senza sbucciarle, unire i lamponi e passare nuovamente al mixer. Versare il composto in una caraffa. Unire il prosecco al composto nella proporzione di circa 1/4 di frullato e 3/4 di prosecco. Aggiungere qualche goccia di limone e lo zucchero. Mescolare e servire in bicchieri freddi.

Salsa cruda

Autore: Magaolimpia

Ingredienti 
  • 1 Kg peperoni
  • 1 Kg cipolle
  • 1 Kg pomodori acerbi
  • 4 cucchiai rasi sale
  • 2 cucchiai rasi zucchero
  • vino bianco
  • aceto
  • olio di semi o olio di oliva non extra-vergine

Preparazione
Tritare le verdure e mettere in un recipiente con il sale e lo zucchero. Lasciare in infusione per 24 ore, poi scolare e mettere in una zuppiera con metà vino bianco e metà aceto. Lasciare ancora per 24 ore poi stringere bene con le mani e mettere nei vasi con l'olio.

Marmellata di more di gelso

Autore: Senzasedie

Descrizione
Fino a qualche anno fa gli alberi di Gelso erano molto diffusi per la coltura dei bachi da seta, che si cibavano esclusivamente delle loro foglie. Le more di gelso (nere o bianche) sono un frutto estivo che matura nel mese di giugno-luglio.





Ingredienti 
  • 2 Kg more di gelso
  • 800g zucchero
  • 1 scorza di limone

Preparazione 
Pulire e lavare accuratamente in acqua fresca le more, sane e mature. Cuocere per 15 minuti con la scorza di limone, poi aggiugere lo zucchero e lasciare bollire per almeno 2 ore e mezza a fuoco molto lento, mescolando spesso. Lasciare riposare la marmellata per 5-10 minuti ed invasarla ancora calda in barattoli di vetro. Chiudere ermeticamente i barattoli e tenerli capovolti per almeno 1 giorno.

Note
Conservare in ambiente fresco e buio.

domenica 14 novembre 2010

Sfide in casa

 Autore: senzasedie

Un'altra sfida.. 30 ore di preavviso per prerarare una cena di pesce per 6 persone. Tutto qui? Ma certo che no, una di noi è vegetariana e quindi niente pesce per lei. Bene! :) Mi piace sentire le rotelle che frullano nella testa. Ed ecco cosa ne è venuto fuori, un bel menù.

Mini strudel con sarde, uvetta e pinoli
Strudel di verdure al formaggio
Spaghetti Angeletti
Zuppa di carote ed orzo perlato
Tranci di tonno e pesce spada alla griglia
Peperonata
Melanzane al forno
Tormento al cocco

Ma più di tutto... da quando ho letto il nome del dolce... non ho potuto fare a meno di pensare al sapore e la voglia di realizzarlo ha fatto passare velocemente anche il tempo dello sminuzzamento ossessivo compulsivo delle verdure! :)

Disastri in cucina: non sempre le ciambelle riescono col buco...

Se anche i migliori cuochi qualche volta possono sbagliare, neananche si può immaginare cosa succede quando a sbagliare sono dei cuochi dilettanti come i frequentatori de "La cucina di Polina".

Me la cavo abbastanza ai fornelli, ma mi è capitato di combinare alcuni pasticci con risultati immangiabili.
La prima volta che provai a cucinare qualcosa avevo più o meno 9 anni e mi avevano appena regalato il libro per bambini: "Le ricette di mago Filippo".
Dopo aver trovato la ricetta della "Torta di pane", un dolce fatto con pane raffermo e cioccolato, decisi di cimentarmi. Non ricordo bene com'era il dolce, ma ricordo benissimo i miei famigliari tagliarsi delle grandi fette di torta, assaggiarle e metterle da parte. La torta fu quindi passata al cane, che dopo averla annusata, la ingorò bellamente (traditore! ma non dovrebbe essere il miglior amico dell'uomo?). Solo il gatto ebbe il coraggio di mangiarsela!
Pochi anni fa, invece, durante i primi anni di università, c'erano un paio di miei amici (Davide e Matteo) che avevano l'abitudine di invitarsi a cena a casa mia ogni tanto. Dopo le solite pennette alla wodka o pasta al forno, decisi di sperimentare la ricetta del "risotto al fumo". Ebbene probabilmente qualcosa andò storto: il riso era scotto, la scamorza probabilemnte era troppa e aggiunta troppo presto... insomma il tutto era un pappone immangiabile. Tra l'altro quella sera Davide aveva esteso l'invito al coinquilino Paolo, che, scoprii in seguito, detestava il formaggio... E se speravo di risollevare la riuscita della cena con il dolce mi sbagliavo di grosso: il budino non era male, ma il caramello cucinato secondo i consigli di Cecilia (grazie!) si solidificava nel momento in cui veniva versato sui piatti, assumendo la consistenza del marmo... Ricordo ancora il tonfo sordo quando versai il contenuto del pentolino nella pattumiera!
La più recente disfatta in cucina risale invece a qualche anno fa, quando decisi di preparare una torta per il mio Maurino con la base morbida tipo pan di spagna, la crema pasticcera e la banana. Probabilmente a causa di un errore nel pesare un qualche e ingrediente, il pan di spagna si sbriciolò non appena estratto dal forno. Avendo già preparato la crema pasticcera e avendo tre banane da riutilizzare, pensai bene di improvvisare un "Budino alla banana" frullando le banane insieme alla crema. L'aspetto non era male. Dopo cena, al momento di prendere il budino ci accorgemmo che sopra si era formata una spessa crosta di colore grigio; con esitazione provammo a scavare con il cucchiaio sotto la crosta, ma era una crema dolcissima e immangiabile... bleah! Ma non è tutto: dopo qualche minuto, dal buco scavato dai nostri cucchiai cominciò a trasudare un liquido strano, dall'odore indefinibile (cadaverina???). Inutile dire che buttammo via tutto!
Comunque alla fine penso che anche le esperienze disastrose possano essere utili e che si possa sempre imparare dai propri errori (le banane si ossidano!).

Un esperimento a cena

Autore: senzasedie

Un invito a cena per me è un momento creativo.
A parte un primo disagio su quanti invitare (chissà come mai, finiamo per essere sempre più delle sedie a disposizione), è necessario stabilire il menù. Allora, possiamo fare... no, non posso decidere io, monopolizzerei le cene con pizza e torte al cioccolato!

Qualche anno fa mi è venuta una bella idea, coinvolgere gli invitati nella scelta, ma lasciarli con il mistero del menù. Come? Chiedo ad ogni invitato, un "ingrediente" di suo gusto, riservandomi di scegliere in quale parte del menù inserirlo. Insomma, una sfida! Gli invitati trovano la cosa simpatica ed io ho la scusa per provare nuove ricette.
Qualche settimana fa, senza mettersi d'accordo tra loro, mi hanno presentati questi "ingredienti": pesche, melone, carote ed anguria. Ingredienti da distribuire nel canonico menù: antipasto, primo, secondo, contorno, dolce.
Ce l'ho fatta, dopo un aiuto di internet ho realizzato questo menù ribattezzandolo "Cena Estiva":



  • Bellini
  • Antipasto di speck con le pere
  • Insalata di farfalle al melone
  • Insalata di pollo, cetrioli e pesche
  • Carote con insalata belga
  • Anguria in coppa

Tutto innaffiato con del buonissimo vino bianco della cantina Moncaro che mi hanno regalato gli invitati.
Non è avanzato quasi nulla, un successo direi! :)
Provate anche voi e fatemi sapere.
Ah, se vi dovessi invitare a cena, mettete nel bagagliaio dell'auto un paio di quelle sedioline da campeggio.. non si sa mai ;)

Il ritorno della Zucca

Autore: Zucca

Carissime/i Poline/i buongiorno! Come vedete un po' di cambiamenti non fanno male, una grafica più leggera, la testata trendy (pare che il bianco vada molto di moda quest'anno). E' un bel po' che non scrivo nulla ma intendo riprendere la buona abitudine di condividere con tutti voi le vicende sfigate e non della nostra esistenza. Comincio però con il mettere on line la ricetta supergiotta di una torta al cioccolato e arance che, ragazzi!!!, fa il fumo!!

L'unico problema è che ho trovato questa ricetta in un simpatico giornale di cucina di cui non faccio il nome. In questi giornali le ricette sembrano tutte delle cazzatelle da 20 minuti di preparazione: "se hai un casa dei semi di carrube e un paio di etti di sottocoscia di struzzo puoi preparare questa simpatica ricetta!!!" perchè TUTTI abbiamo in casa, come avanzo, il sottocoscia di struzzo. Comunque, sfogliando sfogliando mi imbatto in una torta dall'aspetto davvero splendido, torta al cioccolato con arance caramellate.... mammacara!!! sono già in ipersalivazione. Leggiamo gli ingredienti: farina, uova, burro, zucchero di canna (mmmm.. vabbè ce l'ho), farina di mandorle (eccheccappero!!!), arance e cannella. Comincio la lavorazione ma già subentrano gli inghippi: la farina è irrisoria se si vuole ottenere una "pasta liscia e compatta", ma si aggiunge talmente tanta farina che alla fine ho buttato via un quarto dell'impasto.
Poi va preparata una crema al cioccolato da "lasciare raffreddare per mezz'ora in frigo fino a che non si indurisce": senza colla di pesce o fecola non si addensa una minchia, perdonate il francesismo. A me c'è voluta una nottata intera perchè la crema si addensasse! Se poi si considerano le dimensioni della tortiera.. ridicole!!! Le dosi sono pensate sempre per il set da cucina delle Bratz: 120gr di farina, 65 gr di zucchero, 25 gr di burro... Ma chi mangia?!?!!? Vabbè, adesso nel ricettario della Cucina di Polina ci sono le dosi GIUSTE di una torta che, devo dire la verità, nonostante le problematiche presentate, è davvero eccezionale! A presto 

Fare la pizza in casa

Autore: Magaolimpia

Giovedì sera ho invitato qualche amico a cena a casa mia e mi sono cimentata con la pizza.



Esistono davvero un sacco di ricette per fare la pizza in casa, ma tra tutte quelle che ho provato la migliore è quella tratta dal sito Pizza.it:
http://www.pizza.it/ricette/Contenuti_ricette.htm





Le dosi consigliate sono un po' eccessive: la ricetta prevede 2 Kg di farina; io ne ho fatti 1,5 Kg per quattro persone e ne è avanzata un po'. I consigli dati da quel sito su ingredienti, lievitazione ecc ecc sono molto validi.
Devo dire che sono rimasta contenta dei risultati, anche se la pizza era un po' alta e morbida, mentre io la preferisco sottile e più secca, invece agli invitati è piaciuta molto. Ne ho fatte diverse teglie con differenti farciture:
  • fagioli, cipolla, speck e peperoncino,
  • funghi
  • carciofi, cipolla e olive
  • carciofi, prosciutto cotto, funghi e olive
  • prosciutto e funghi.







La parte più difficile è stata la cottura: purtroppo il mio forno è vecchiotto, a gas e non ha il termostato, ma con qualche difficoltà sono riuscita a trovare la giusta regolazione...


Che altro dire? Sperimentate e postate qui i vostri risultati! Buona pizza!

Ferragosto alle Grazie: cotechino e Lambrusco

Autore: Boskizzi

Grazie si trova a cinque chilometri da Mantova, sulle rive del Mincio, nel punto in cui il fiume s’ingrossa per buttarsi nel lago Superiore. Il minuscolo paesino sarebbe del tutto sconosciuto se non fosse per il Santuario che si erge nella piazza centrale, un edificio imponente e bellissimo, tuttora meta di pellegrinaggio per i fedeli che vengono a portare il loro tributo alla Santa Vergine. Fu fatto costruire nel 1399 da Francesco I Gonzaga per celebrare la fine della peste e per ringraziare la Madonna di aver graziato Mantova bloccando il diffondersi dell’epidemia.

Era l’11 agosto 1425 infatti quando Gian Francesco Gonzaga, marchese di Mantova, con una grida dichiarò il piazzale antecedente il Santuario della Beata Vergine delle Grazie luogo di “libero mercato di merci”. Da allora, ogni Ferragosto, viene allestita “La Fiera delle Grazie” un connubio tra sacro e profano, che vede coinvolti centinaia di migliaia di mantovani, di ogni età, sesso e classe sociale.
Dicevamo, sacro e profano. Durante i giorni della fiera più di dieci tonnellate di cotechino vengono serviti con pane e lambrusco. Mangiato a qualsiasi ora della giornata, con più di 30 gradi all’ombra, in piedi o seduti, la faccenda assume il ruolo di vero e proprio rito collettivo, dove il nobile insaccato diventa medicina omeopatica contro lo stress della vita moderna, apportatrice di saggezza e ausilio alla preghiera. Si perchè anche il sacro ha la sua importanza: il 14 e 15 l'annuale «Incontro Nazionale dei Madonnari» raccoglie più di 150 artisti da tutto il mondo. I «Madonnari» (pittori che dipingono con gessetti colorati sull'asfalto) creano riproduzioni di quadri famosi o immagini di fantasia dedicate alla Madonna e si sfidano in un concorso che elegge l'opera più bella.
C'è chi storce il naso, davanti al cotechino gustato a ferragosto. Un pregiudizio che vi invito a sfatare, alla faccia di chi vi vuole male. Se non bastano le mie parole, per incuriosirivi, vi invito a leggere il manifesto del MLC - Movimento Liberazione Cotechini, dove Leonardo Romanelli riflette sulla necessità di mangiare questo gustoso alimento non solo a Natale.
In chiusura, chi gà d’le fole perchè l’è feragust el vol mia magnar al cudghin, al capis an caso e l’è mei cal vaga a dar via al cul… La mia parte l'ho fatta, vi invito a guardarvi il video del pellegrinaggio con la benedizione urbi et orbi impartita col salame ed il lambrusco . Gnam Gnam.

Epica pandesca: lo strano caso dell'acquisto di una macchina popolare

Autore: Zucca

Ebbene sì, finalmente ho cambiato macchina. Pur soccombendo ancora oggi a moti nostalgici per la mitica Peggy, la mia rossa ferrari ormai deceduta e in rottamazione, ho ceduto alle necessità del mercato e del vivere collettivo per procedere all'acquisto di una macchina Euro 4, anzichè Non-Euro come la Peggy. Ma mai, nemmeno nei miei incubi peggiori, avrei immaginato che l'iter si sarebbe trasformato in un calvario simile. Lasciatemi sfogare e raccontare ad memoriam posterum l'epica vicenda.

Ora, non è che abbia scelto un X5, o una Volvo ultimo modello o una Ferrari con interni in pelliccia di lince: ho scelto una ben più popolare, battagliera, spartana Panda, senza orpelli elettronici o finezze da super car. A me serve del resto per starmene in fila sulla Brennero o davanti al passaggio a livello della ex Belleli per abbondanti manciate di minuti (dai 10 ai 20 se sono proprio sfigatissima), e considerando che faccio benzina a 20 euro alla volta, si capisce che non ho nessuna velleità particolare da soddisfare.
La storia comincia una mattina di ottobre, quando Vasco, l'elettrauto che ormai anche qui a Marmirolo mi conosce e mi saluta per nome (in un anno gli ho portato la Peggy almeno 6 volte...), decreta la morte dell'alternatore; sono rimasta sgomenta comunque dal tempismo della Peggy, visto che nella stessa settimana usciva il decreto della Regione Lombardia con cui Formigoni ordinava il fermo delle macchine euro zero e il quasi obbligo di rottamarle. Un altro chiaro esempio di quanto fosse eccezionale la Peggy... SOB! Ovviamente di starmene a piedi non se ne parlava e ho cominciato il pellegrinaggio dei concessionari. La faccio breve: finalmente mi decido per la Pandina e mi rivolgo, su suggerimento di un amico, ad una concessionaria di Cerea (prendete nota!), la Centrauto 2000, presso la quale in tanti mi hanno detto che si sono trovati benissimo negli acquisti.
L'avessi mai fatto.
Stipuliamo il contratto di vendita il 20 ottobre, a metà novembre la macchina arriva, ma non è il modello giusto, perchè mi avevano segnato un modello che non monta il condizionatore (nel senso che non ha i TUBI per far passare l'aria fredda). Quindi rifacciamo il contratto con le stesse caratteristiche, 300 euro in più, perchè il modello che monta l'aria condizionata costa un po' di più, e consegna della macchina entro i primi di dicembre. Arriva dicembre: alberelli natalizi brillano nei giardini, l'aria si fa frizzante, la santa notte gira per il paese, ma qui della Panda non c'è traccia. In preda alla disperazione da mancanza d'auto martello il venditore fino a che mi rifila una macchina sostitutiva (tra l'altro prevista nel contratto) e mi dice che con lo sciopero dei cammionisti tutto è stato ritardato di una settimana. Al che decidiamo di aspettare direttamente gennaio per la consegna e l'immatricolazione, perchè "una macchina del 2007 vale già 700/800 euro in meno di una del 2008 se decide di venderla, signorina". A dire il vero, il pensiero di venderla manco mi sfiora visto che non ce l'ho nemmeno!!!
Ormai Natale è passato e alla macchina quasi non penso, ma ecco che il giovedì sera (27 dicembre verso le 18.00) mi telefona la concessionaria per dirmi che hanno la macchina immatricolata e pronta per esse portata via. Rimango di sasso: e gli accordi per immatricolarla nel 2008? ma qui fanno gli gnorri e decido che non me ne frega. Faccio le mie cosette con l'assicurazione, consegno il tutto al venditore che me la porta sabato tutto contento. Scendo e ... CAZZAROLA!!! E' DEL COLORE SBAGLIATO!!! Mi arriva BIANCA anzichè azzurra metallizzata, proprio l'unico colore che non volevo perchè la flotta aziendale di TEA è tutta bianca. Sentivo già gli sfottò dei colleghi "ci metti l'adesivo TEA così entri nelle zone a traffico limitato... anche l'ENEL ce l'ha bianca... è il più triste dei colori..." .
Incazzata oltre il livello di pericolo telefono ai concessionari chiedendo spiegazioni ma quelli degli acquisti, che saggiamente di sabato non si fanno sentire, mi snobbano fino a che il 2 gennaio invio una raccomandata in cui chiedo spiegazioni della mancata variazione sul prezzo (la macchina non metallizzata costa 360 euro in meno...), del perchè non sono stata avvisata prima dell'errore e allego la MIA copia di contratto per dimostrare che hanno torto marcio e sono a un passo dal dennciarli per truffa.
5 minuti dopo l'invio del fax che anticipa la raccomandata mi chiama niente meno che il titolare della concessioanaria, che tra tante moine mi dice due cose agghiaccianti: 1) che io avrei detto che andava bene la prima macchina che arrivava e 2) che nella loro copia il colore non era segnalato. Dulcis in fundo, il concessionario se ne esce con un "usi la macchina però signorina, perchè mi fa sentire in colpa". MA LEI DEVE SENTIRSI IN COLPA! Urlo io al telefono. Se non c'è un colore segnalato non chiedi prima di consegnare una macchina se può andarmi bene?  anche perchè mi hanno mandato una macchina sulla base di un contratto che evidentemente io non ho firmato, se è difforme dal mio, oltre al fatto che l'unica cosa che ho chiesto tassativamente è NON BIANCA. E nessuno che si sia preoccupato del fatto che ho un finanziamento di 7000 euro anzichè 6640. E minaccio la causa.
Max ha detto che cattiva e incazzata così al telefono mi ha visto raramente. Dopo imbarazzanti incontri con il venditore e trattative a muso duro per non cedere terreno alle mie richieste, ho trovato un accordo economico con il venditore, che si è preso tutta la colpa, e mi scontano 1400 euro dal conto finale, ma niente mi toglie dal danneggiare quanto possibile la concesionaria attraverso una campagna antipubblicitaria massiccia. Quindi se adesso vedete sfrecciare una Pandina bianca nuova  di zecca, beh, sono io che mi ingumo il colore, scanchero contro i veronesi e le concessionarie e strolico i soggetti con cui serigrafare le portiere e il cofano... Panda rei!!

Anno bisesto...

Autore: Zucca

Una volta Umberto Eco ne " Il nome della rosa" scrisse che la superstizione porta sfortuna. Vorrei che Eco venisse a farsi un giro dalle mie parti così gli racconto come sta procedendo il mio gennaio 2008. Una piccola valanga di piccole e medio grandi sfighe quotidiane. Comincio?

La Pandissea che vi ho raccontato qualche settimana fa; virus vari che pigliano indifferentemente bronchi e parti un po' meno nobili; Mastella che fa il cretino e rischia di far crollare un governo che sta insieme grazie al magicscotch di Harry Potter (non è una sfiga personale, ma quasi...); uno strano errore di applicazione sul mio Mac mentre nella riproduzione del film in dvd Estern Promises GIUSTO NELLA SCENA DELLA LOTTA NELLA SAUNA (Manu, tu sai che significa...); Cristiana che quasi si frantuma una caviglia praticamente da ferma (come dire? essere slendre non è una nostra prerogativa, vero doc?); Giulia, mia sorella,  che si fa rubare sotto il naso borsa, portafoglio, chiavi etc. davanti a un cimitero e, sperando di non dover allungare questo elenco, mia mamma che si rompe un ginocchio a una settimana dal mio compleanno.
Bene, portatemi Eco che gli racconto del detto "Anno bisesto, anno senza sesto". E siamo solo a gennaio... 

Capitomboli d'autore

Autore: Zucca

Non so se ricordate un articolo mio dedicato all'anno bisestile, che elencava per il solo mese di gennaio una serie di sfighe portentose... ebbene, l'anno bisestile ha colpito ancora! Ho fatto una mega caduta all'uscita dal posto di lavoro, ora pranzo, mentre i dipendenti del palazzo se ne andavano fuori...

Praticamente sono ruzzolata per terra in volata, quasi a tuffo sbattendo ginocchia, palmi e come se non bastasse pure la testa. Ho un bel bozzo sopra l'occhio destro con tanto di cerotto, mi sono strappata una bella ciocca di capelli (giusto davanti, zona fronte, così oltre a non riuscire a pettinarli per le rose ci si metterà anche la ricrescita a farmi sembrare un Righeira), strappati da buttare i miei pantaloni preferiti e in più SCARNIFICAZIONE del ginocchio destro. Ma la cosa peggiore è che il tutto è avvenuto di fronte all'intero popolo di TEA che esce verso l'una per andare a pranzo, incluso il capo del personale, che forse, subodorando la denuncia di infortunio sul lavoro, è scappato a gambe levate. Vabbè, l'importante è che ho la testa più resistente dell'asfalto e tutto sommato sto benone. Ma questo anno bisestile... mammacara! siamo solo a marzo!!! 

I buoni propositi

Autore: Zucca

Eccoci di ritorno dalle feste natalizie. Come sempre l'anno comincia con i vari propositi buoni e salutari, tra i quali spicca la DIETA. Io per lo meno da 7 anni a questa parte mi dico che "quest'anno sarò brava, più sport, meno schifezze in panza e meno culo: obiettivo 10 Kg in meno entro l'estate...". E sono anche brava per i primi 5 giorni. Poi cominciano i mangini con i Pandorini, i compleanni inevitabili (come il mio, ad esempio)

E ci si mette pure Chiara (la nostra Polina) che mi spara una foto di cioccolato iper fondente, cremoso e goloso subito in apertura di sito. Ma uno come fa a mantenere i propositi? L'unica mia fortuna è che quest'anno non si è presentato il solito dramma dello smaltimento delle abbuffate natalizie grazie a un provvidenziale virus intestinale, che ha fatto piazza pulita delle mie velleità gastronomiche. Ho comunque intenzione di contribuire nel sito con ricette un po' meno dieta free e un po' più DIETA FRIENDLY, per usare un termine tanto caro alla new economy: parlo di ricettine sfiziosette, trucchi per non farsi prendere dai morsi i fame e perchè no? aprire una bella rubrica con i consigli del nostro medico, grazie a Cristiana, la cui laurea potrebbe finalmente tornarci utile... A presto carissime!!

NB: mi sono già stufata di questa grafica: sono a due passi dal trasformarla di nuovo. 

La cena del Martedì

Autore: Magaolimpia

Ogni martedì per me è una festa, infatti, complice il fatto che dopo cena giochiamo di ruolo la mia amica Irene SenzaSedie dopo il lavoro mi raggiunge in casa e passiamo il pomeriggio a fare esperimenti culinari, poi ceniamo insieme, proponendo al povero Mauro i piatti scaturiti dalla nostra fantasia... di solito buoni, ma non sempre apprezzati dal mio moroso (non ci ha ancora perdonato la famosa cena "verde", ma questa è un'altra storia).

Ieri è arrivata insieme ad un'amica (Giorgia) con già tutta la cena preparata, premettendo che avevano passato il giorno precedente in cucina fino a mezzanotte. Un po' mi dispiace che si siano così tanto date da fare...anzi, devo essere sincera: visto il risultato non mi dispiace affatto!

Il primo era composto da ravioloni giganti ricotta e spinaci con la pasta all'uovo fatta in casa, conditi con un sughetto di pomodoro e soffritto di cipolla (l'unico mio sforzo per la cena di ieri sera è stato proprio preparare il sugo): erano veramente divini! Poi è stata la volta del secondo: tortino di patate con prosciutto e fontina... una delizia! Alla fine c'era pure un dessert leggero leggero: Tiramisù.

Vi potete immaginare il nostro stato: ho visto dei sorrisi di sollievo quando ho messo sulla tavola il Diger Seltz e l'Effervescente Brioschi.

Brave ragazze, continuate così!

Come nascono le nuove ricette?

Autore: Magaolimpia

Ovvero: la prova del cuoco mi fa un baffo!

Chi mi conosce sa che, oltre a provare ricette trovate qua e là, mi piace molto crearne di nuove e sono fortunata, perché questa occasione mi capita spesso. Quando al venerdì ritorno nella mia casa natia, trovo la spesa che hanno fatto i miei famigliari, e più o meno si svolge questa scena:
"Abbiamo comprato questo (= faraona, coniglio, pollo, manzo, arrosto, fettine, spiedini, ...) : puoi cucinarlo per domani/domenica?"
Ed ecco che si scatena la fantasia: visto che durante la settimana la spesa non l'ho fatta io, non ho la minima idea di cosa ci sia in casa, quindi mi metto alla ricerca di ingredienti più o meno plausibili e mi invento qualche ricetta seduta stante. E, peccando di scarsa modestia, devo dire che di solito i risultati sono piuttosto buoni. 
Tutto questo per dire: non abbiate paura di sperimentare... è vero, qualcosa può sempre andare storto (qualcuno ancora si ricorda il mio caramello o il mio risotto con la scamorza...) ma se le cose riusciranno bene la soddisfazione di vedere bocche entusiaste spazzolare le vostre creazioni vi ripagherà di tutto! 

La cucina di Polina

Autore: Zucca

Ma che cappero è, è il caso di dire, la "cucina di Polina"? Niente meno che un blog di un gruppetto di amiche dedicato alle nostre amiche e alle amiche delle amiche che hanno ricette nuove, inventate, modificate, personalizzate da scambiarsi in allegria. Perché la creatività anche culinaria è come internet: libera, fruibile e accessibile a tutti.
Il blog è ancora agli albori, ma presto esploderà in tutta la sua verve grafica e gastronomica. Vi aspettiamo numerose e prodighe di consigli. 

A presto, nonne Papere!!!

Una ricetta per il relax

Autore: Magaolimpia

Questa ricetta non riguarda la cucina, ma un'altra stanza della casa: il bagno.
Prendetevi un'oretta di tempo (suvvia, anche se siete impegnati ci potete riuscire) e procuratevi gli ingredienti necessari:
- vasca da bagno (indispensabile)
- sali da bagno, olio da bagno o bagnuschiuma (anche tutti e tre ma in questo caso devono avere la stessa profumazione)
- candele
- incenso
- stereo e cd di musica rilassante
- un asciugamano grande, morbido e avvolgente
- crema da corpo (opzionale)

Preparzione: mettete nella vasca i sali, il bagnoschiuma o l'olio da bagno e poi riempitela con acqua molto calda; accendete le candele e l'incenso, mettete su un cd di musica rilassante (tipo Enya), spegnete la luce e entrate nella vasca. Lasciatevi avvolgere dalle sensazioni, chiudete gli occhi in modo da percepire meglio suoni e profumi. Rilassatevi e prendetevi tutto il tempo che volete. Cercate di respirare lentamente e profondamente.
Quando l'acqua comincia a raffreddarsi uscite per non perdere il calore e avvolgetevi nell'asciugamano che, se possibile, avrete fatto in modo di mettere in precedenza sul termosifone o vicino ad una fonte di calore. Asciugatevi, massaggiatevi con la crema da corpo e infilatevi in abiti morbidi e comodi. L'ideale è eseguire l'operazione prima di andare a letto, infilandosi poi il pigiama.
L'ho fatto ieri pomeriggio e poi mi sono sentita bene per il resto della giornata, perciò ve lo consiglio, soprattutto per quei momenti in cui vi sentite un po' tristi o un po' stanchi.

Gli orrori della cucina britannica

Autore: Zucca

Vi segnalo con grande gioia e ancora con le lacrime agli occhi dal ridere la nostra nuova rubrica da Oltremanica sugli orrori della cucina britannica, Gli orrori della cucina britannica. Emanuela (o Manu, o Simpa) vive da qualche anno in una città universitaria a sud di Londra, Guildford, nel Surrey, e siccome ormai ha perso chili e chili di buona carne italiana a causa dell'orrido cibo (e non solo...), ha deciso di esorcizzare l'orrore culinario inglese parlandone e condividendo con noi il suo disagio. Prima di andare a trovarla un annetto fa, credevo che fosse eccessiva e ipercritica verso il mondo inglese per la mancanza di sole, ma dopo due giorni mi sono ricreduta. E vi garantisco che quello che racconta è vero e forse perfino  ancora gentilmente controllato....

Il momento della verità

Autore: Zucca

E' arrivato il momento di invitare a cena seriamente le mie sorelle. Un momento che non scorderò mai, perchè è come se la Clerici chiamasse a cena i Santini (trattoria il Pescatore di Canneto sull'Oglio, pluricitati nel Gambero Rosso, ndr) e Vissani insieme!! Non reggerò il confronto, me lo sento.

Giulia è decisamente la più tollerante: perfetta ospite di casa, ha sempre amici e sorelle che le affollano la cucina in ogni momento, e nonostante due splendide pesti ancora molto piccole riesce a preparare dal nulla cene eccezionali. Oltre alla perfetta organizzazione festaiola, Giulia ha un gusto per l'arredamento che le invidio tantissimo: decora la casa come se fosse pronta per un servizio fotografico su AD o su Casaviva, specialmente a Natale. Non si contano i ninnoli di gusto raffinatissimo e rustico nello stesso tempo, l'albero con palle di vetro collezionate pazientemente negli anni, le decorazioni a punto croce... Io con le mie lampadine a basso consumo che pingolano da qualche anno dal soffitto avrò di che lavorare per togliere l'attenzione dall'argomento LUCI.
Chiara, invece, è l'osso duro culinario
Probabilmente avrebbe da ridire anche sui piatti di Vissani se ne avesse la possibilità, visto che è di un perfezionismo del tutto innato e maniacale. Ricordo con un sorriso due vassoi di tortelli di zucca di qualche anno fa, uno fatto da mia madre l'altro da Chiara. Ebbene: quello di Chiara si riconosceva per la perfezione goniometrica delle misure, un Brunelleschi della pasta, quando i tortelli di mia mamma erano di tutte le forme e dimensioni pensabili, 3 etti di tortello in media di peso data la dimensione. Per darvi un'idea del tipo di sorella che mi ritrovo: una sera mi sono autoinvitata a casa sua nella speranza inconscia di trovarla in castagna, costretta ad arrabattare una cena per una volta normale e banale. E invece no! Arrivo a casa sua e mi presenta una crema di zucca con i ditali della Barilla, condita con gamberi saltati al burro e pezzettini di pomodoro. Getto la spugna e sabato preparo un piatto di spaghetti al pomodoro. Non posso competere.... 

Tre minuti di silenzio rispettoso...

Autore: Zucca

per la crema pasticcera di Magaolimpia e la torta al cioccolato di Giuliana che mi accingo a postare. Momenti di puro godimento...

Il cioccolato

Autore: magaolimpia

Aforismi celebri e non su uno dei cibi più amati... il cioccolato!

  
Diffidate dell'acqua, del vino, di tutto; vivete di cioccolato. (Stendhal)

Ciò di cui ho davvero bisogno è questo amore, ma un pezzo di cioccolato prima e dopo non stona!

Forza è la capacità di spezzare una barretta di cioccolato a mani nude... e poi mangiare solo uno dei pezzi. (Judith Viorst)

C'è questa teoria secondo cui il cioccolato rallenta il processo di invecchiamento. Potrebbe anche non essere vero, ma perchè rischiare?

Non è il cioccolato ad essere un sostiuto dell'amore. È l'amore a essere un sostituto del cioccolato. Il cioccolato, ammettiamolo, è molto più affidabile di un uomo.

Ci sono quattro gruppi alimentari di base: cioccolato al latte, cioccolato fondente, cioccolato bianco e cioccolatini.

Anche se ad una mucca dai da bere del cacao non mungerai mai cioccolata.

Nella vita c'è più del cioccolato... ma non adesso.

Ho imparato a conoscere i due unici rimedi contro il dolore, la tristezza, le paturnie e piaghe simili del cuore umano: essi sono la cioccolata e il tempo. (Tommaso Landolfi)

Gli uomini si dividono in due categorie: quelli a cui piace il cioccolato e quelli che non vogliono ammetterlo.

La vita senza cioccolato è vivere essendosi scordati qualcosa di importante.

L'estasi è trovare un secondo strato di cioccolatini sotto il primo.

I ricercatori hanno scoperto che il cioccolato produce alcune reazioni che produce anche la marijuana. I ricercatori hanno scoperto altre analogie tre i due elementi... ma non se le ricordano...

Gli dei bevono ambrosia, gli uomini cioccolata.

Il cioccolato è molto più economico della terapia. E non ti serve l'appuntamento.

Lo stress non sarebbe così duro da gestire se fosse ricoperto di cioccolato.

Alcune ricerche dicono che 14 individui su 10 amano il cioccolato.

Il tabacco può uccidere, la cioccolata no. (Fidel Castro)

L'amore è come bere una cioccolata bollente prima che si sia raffreddata. Prima ti prende di sorpresa, poi ti tiene caldo per molto tempo.

Nove persone su dieci amano il cioccolato. La decima mente.

La cena delle dodici befane

Autore: Zucca

Non so cosa mi sia preso fatto sta che ho invitato ben dodici donne a cena per domani sera. Se fossi mia mamma probabilmente non mi preoccuperei più di tanto, visto che negli anni ha sviluppato una capacità di gestione della ristorazione famigliare davvero impressionante. Ma io parto da un gap non indifferente. Un esempio? Ho solo 6 sedie

Seguono altri piccoli problemi, tipo il tavolo. So che si allunga ma vedrò solo stassera di quanto. E dove infilo il tappeto, senza che questo mi obblighi a chiudere a chiave la stanza destinata? Inoltre Giuliana arriva con la macedonia, ma non ho abbastanza ciotole, e quindi si andrà di roba di carta, di sicuro. C'è di bello che sono tutte donne eccezionali e di grande capacità di adattamento, e poi  lavorando in Asitech devi avere una dose di umorismo inesauribile. Ma la Cucina di Polina è prima di tutto un sito di consigli culinari, quindi pubblico qui il menu, soggetto alle solite modifiche dell'ultima ora.
  • Antipasto:  mi invento degli involtini farciti con quello che ho in casa
  • Primo: Pasta Reale (grazie mamma, grazie Clorinda): ora, vorrei aprire una piccola parentesi sulla scelta di questo primo piatto. Avrete sicuramente letto che si tratta di una pasta da servire in brodo e non certo banale (basti pensare quanto costa un Kg di formaggio grana!!!!). Beh, una mia collega ha avuto il coraggio di dire che presento un brodino sciapo sciapo da ospedale.... E io che credevo di fare una cosa fine e non troppo pesante!!! Ingrate...
  • Secondo: alcune donnette volonterose  portano le loro torte salate (standing ovation per la torta ai carciofi della Zampetti), io ci aggiungo l'insalata di verdure saltate, il pollo dolce ai profumi di Gonzaga (pollo, uvetta, pinoli e semi di melograno), le patate al burro, formaggeria e pilucheria varia
  • Dolce: torta di noci, la Vale portail suo tiramisu e la giuli la macedonia
Resta solo il problema finale: il caffè. Io ho una moka da 1 e sarà un momento un po' imbarazzante da gestire...

Tempo di castagne

Autore: Zucca

Già, tempo di castagne, quelle cose buone, dolci, tremende per l'intestino, delizia delle sere di inverno, soprattutto se abbrustolite e annaffiatre con del buon rosso corposo. Sono alla ricerca di un paio di ricettine dedicate alle castagne, le castagne sotto spirito (di universitaria memoria) e i marron glacés. Se qualcuno ha notizie in merito lo aspetto nel ricettario!


Bellissimo è l'articolo tra storia e gastronomia che troviamo sulla Repubblica on line di oggi: ve ne metto solo un abstract ma vi consiglio davvero di leggerlo. Buona lettura.
(di Eleonora Cozzella)
"Pane d’albero: così erano chiamate una volta le castagne, che hanno sfamato intere generazioni contadine col loro essere “frutti pazienti”, secondo la definizione del poeta Attilio Bertolucci. Hanno bisogno di pochi interventi (potatura e pulizia solo un paio di volte l’anno) e per questo i boschi erano sempre tenuti puliti dalla gente di montagna. Le castagne erano fonte di cibo facilmente conservabile, merce di scambio con gli abitanti della pianura, ottime da consumare in tutti i modi: bollite (le cosiddette “pelate” o “balletti”), arrostite, essiccate da ammorbidire nel latte per colazione. Con quelle macinate si produceva la farina per la polenta, le frittelle o il castagnaccio."  Repubblica, 26/10/2007

Primo uomo

Autore: Barel

Gentili nonne papere, prima di inziare a postare qualche ricetta, mi congratulo con voi della bella idea di questo blog, e sono onorato di essere il primo uomo invitato a prendervi parte. casomai aveste qualcosa da ridire è tutta colpa di Chiaretta Polina Magaolimpia: ieri sera ha esordito dicendomi "Ah, Andrea, anche se non sei una donna ho un invito da mandarti".... l'arte culinaria appartiene parimenti a uomini e donne, e spero che le mie ricette sappiano sia reggere il confronto con le vostre sia siano apprezzate da quanti le sperimenteranno.

La quiete dopo la tempesta

Autore: Zucca

Come a dire: dopo il casino dell'inizio mi sono presa una piccola pausa. E' da un po' di tempo infatti che non scrivo nulla e, in quanto amministratore supremo con diritto di veto e pubblicazione, questa è una cosa un po' grave. Mi congratulo comunque con tutte le persone che simpaticamente continuano a scrivere nel nostro ricettario: ho testato personalmente alcune ricette e devo dire che sono davvero buonissime!
Per quanto riguarda tutto il resto, spero di poter pubblicare al più presto la versione grafica natalizia del sito. Ormai l'ho detto al mondo intero, ma al lavoro mi hanno letteralmente REGALATO un super mac da 24 pollici, schermo piatto, Giga e Giga di Ram... non so se è per costringermi a lavorare di più o perchè mi vogliono tanto tanto bene (spero la seconda...). Almeno questo mi consola della débacle automobilistica di quest'oggi. Sono qui che aspetto in devozione il mio Pandino nuovo di zecca e quelli della concessionaria mi dicono che è arrivata una macchina con metà delle cose che ho chiesto. RIVOGLIO LA MIA PEUGEOT!!!! Vecchia ma affidabile, come come la signora Fletcher.... A presto 

Una cena davvero speciale

Autore: magaolimpia

Un sabato sera di qualche tempo fa e io e Mauro siamo stati invitati a cena dai nostri amici
Matteo e Ilenia.
La cena è stata un delizioso mix di specialità culinarie etniche, servite in modo elegante e professionale.
L'antipasto è stato cinese: nuvolette di gamberi, alcune fritte e alcune cotte a microonde per sperimentare le differenze tra i due tipi di cottura.
Abbiamo poi proseguito con una specialità greca: tartare di salmone servita con salsa allo yogurt; peccato non aver pensato di scattare qualche foto, era bella oltre che buona.

Mauro dice che per lui era un po' aspro, ma ormai tutti conoscono la sua avversione per l'agro (avreste dovuto vedere la sua faccia quando ha assaggiato
la marmellata di limoni!).
A seguire ci è stato servito un piatto giapponese che definire strano è poco: rotolini fatti con le alghe (in stile sushi per intenderci) ripieni di gamberi, maionese e porri, infarinati e poi fritti. La cuoca mi perdonerà se non ricordo il nome di questo piatto, rammento solo che era buonissimo, proprio una delizia per il palato.
Nel frattempo si susseguivano chiacchiere a sfondo culinario e non; Matteo, dopo aver proferito "Non mi piacciono i dolci" ci ha tentato con un insolito dessert, creato con un mix di ingredienti italiani e americani: fetta di pane tostato spalmata con un primo strato di burro di arachidi, un secondo strato di Nutella e ricoperta di granella di nocciole. E meno male che i dolci non gli piacciono: altrimenti cosa ci avrebbe proposto? Un'endovena di glucosio? :-)
Insomma il mix di cucine etniche è stato un successo e la dimostrazione che per cucinare bene bisognerebbe talvolta trovare anche il coraggio di scostarsi dalla tradizione e sperimentare sapori insoliti.

Alla prossima...

Gli orrori della cucina britannica VI - Tristi anche a Natale

Autore: Manu, corrispondente da Londra 

Arrivo in ritardo sulle tematiche natalizie, perche’ ho fatto una pausa depurativa in Italia, e in seguito ho impiegato 20 giorni a riabituarmi alle brutture britanniche. Tra le brutture alimentari natalizie mi sono scordata di segnalare il pranzo di Natale. Indipendentemente dalla quantita’ di alcool che ingurgitano gli inglesi sono sempre tristi, e tristi anche a Natale. A Natale l’Italia raggiunge il suo culmine di folcklore a livello cucina, famiglia e core. Cosa fa il British a Natale? Per la sua intrinseca infelicita’ il momento del pasto e’ raramente un momento convivialita’, in particolare se fatto in casa. Quindi come prima cosa il British a Natale esce a pranzo o cena. Dove andra’? in un ristorantino accogliente? Un’osteria col caminetto acceso? Va al pub. Ma, direte voi, non saranno gli stessi pub delle patatone ripiene, le salsine scadenti e la pasta al microonde? Proprio quelli. Va detto che dato che propongono menu costosissimi, equivalenti al nostro menu di capodanno, i cuochi del pub fanno del loro meglio per infighettarsi e darsi un tono da haute cuisine. Ce la possono fare? Indovinate...

Gli orrori della cucina britannica V - Perché i peggiori sono sempre loro

Autore: Manu, corrispondente da Londra 

L'Inghilterra è l'unico paese dove se emigri al weekend spendi meno che se fossi stato a casa e - strano a dirsi- mangi anche meglio. Torno ora da un gradevole fine settimana trascorso in Svezia e mi sento di segnalare che anche gli svedesi cucinano meglio degli Inglesi.

Non solo, ma si dimostra ancora una volta che cattivo gusto e antipatia dei britannici non sono da imputare al tempo. Gli svedesi hanno un tempo da lupi e un freddo che pela ma sono dei simpaticoni e i piatti locali benché non elaborati sono genuini e a base di pesce freschissimo (gamberetti, salmone, caviale...).
Allego un sito di ricette esemplificative svedesi (concorrente) http://www.margherita.net/cucinare/menu/cucina_svedese.html.
Oltre ai piatti salati a base di pesce e le immancabili polpettone nordiche, trovate anche i famosi biscotti allo zenzero vedi ikea e i fagottini di santa lucia (svedese - no asinello). Avrei copiato qui le ricette ma le autrici se la tirano e hanno meso il copyright, cosa dovrebbe fare Magaolimpia...

Gli orrori della cucina britannica IV - A cena con Brad Pitt

Autore: Manu, corrispondente da Londra 

Londra è quel magico posto dove vivi da miserabile ma nello stesso tempo sei al centro del trend. Il mio collega giapponese Maki mi ha appena rivelato che nel ristorante dove siamo andati due settimane fa (ROKA) sono stati avvistati sabato scorso Brad Pitt e Angelina Jolie!

Ma perché mi perdo sempre il VIP!!! Come quando la regina Elisabetta è venuta a visitare il mercato di Guildford (certo, chi se l'aspettava) e Jude Law addirittura ha girato un film nel villaggio qui a fianco... Laura se Viggo Mortensen va a mangiare una pizza in centro mi avverti?

Gli orrori della cucina britannica III - Una nota positiva

Autore: Manu, corrispondente da Londra 

Ho finalmente trovato il lato positivo della cucina inglese che è la cucina giapponese. Ricordatevi se venite a Londra (dato che sono famosa per perdermi e non sapere dove portare gli ospiti) che a due passi dalla commercialissima oxford steet c'è una viuzza vittoriana, una delle poche scampate ai bombardamenti, che fa tanto greenwich village: Charlotte street.
Qui ci sono svariati ristorantini incluso il VERO giapponese ROKA, con cuochi che girano con fascette in fronte, portate in strani contenitori in legno e terracotta, cucina in vista e gli utenti seduti al banco e soprattutto pesce sublime. Lo dico io che odio il pesce. Mi ci ha portato il mio collega giapponese ed è rimasto stupito anche lui da quanto il locale fosse autentico e di ottima qualità, in più molto trendy.

Allego il sito internet in flash (Laura feel free to copy)
http://www.rokarestaurant.com/

Noi abbiamo preso tra le insalate la maguro no tataki (involtini di tonno crudo riso + salsina magica che forse è proprio il tataki)
e tra i robata (che potrebbe voler dire pesce, ma devo indagare) la tai miso yaki filetto di pesce bianco (merluzzo? mah) alla brace con leggera impanatura e salsina agrodolce. Lo dico cosi per memorizzare ed eventualmente cercare la ricetta in futuro.

A pochi passi c'è un'altro localino autentico di bassa, mettete un osteria Luisona (cfr Benni, Bar sport) ma giapponese, con un'atmosfera piu' familiare e trash, musica stile albano -giapponese- gadgets vari colorati in vista: praticamente un tuffo nel locale di Marrabbio di kiss me Licia. Sempre nei dintorni altri ristorantini etnici specializzati tipo l'indiano vegetariano, il filippino, il buffet thai a 3 sterline ecc. Grande charlotte street.

Per gli amanti dell'indiano il must è brick lane, una via nel quartiere indiano dove ti tirano dietro il curry da quanto è economico. Addirittura ti permettono di comperare da bere al supermercato e portalo nel locale, cosi risparmi. L'area pero' è leggermente malfamata. Un'altro indiano che abbiamo sperimentato con la comitiva di Castelgoffredo, è l'indiano di covent garden (punjabi? mm da verificare), dalle parti di Neal street. Non economicissimo, ma ha ottenuto il bollino di approvazione da Paolo.

Tornando alla Giuly e Paolo mi viene in mente che con loro abbiamo sperimentato l'unico pub di Londra dove si mangia cibo inglese BUONO. Il pub è L'Anchor, datato ai tempi di Shakespeare e ben attrezzato per il catering. E' di fianco alla Tate Modern e alla domenica offrono gustosi arrosti domenicali, verdure zuppe ecc. Va detto che nonostante l'incredibile fortuna nei ristoranti Paolo ha comunque prenotato una cena luculliana dalla suocera il giorno del ritorno dall'Inghilterra.

Gli orrori della cucina britannica II - Come sbagliare l'insbagliabile

Autore: Manu, corrispondente da Londra 

Quello che stupisce degli Inglesi è come sappiano sbagliare anche le ricette più elementari. C’è una persistenza, quasi un impegno a rendere i cibi più semplici disgustosi che fa riflettere. Facciamo alcuni esempi. C’è da fare un panino: cosa ci vuole? Prendi il pane e ci metti dentro prosciutto e formaggio. Ci riesce anche un bambino. Ma l’inglese sa stupire e lo rende immangiabile, vediamo come:
1. Si parte a monte da una selezione al supermercato di prodotti base di qualità o di gusto inferiore: pane nero puzzolente, prosciutto di serie B e l'immancabile cheddar .
2. Per attutire il sapore (e l'odore) del pane si passa una bella mano di burro spalmabile, con un occhio alla dieta .
3. Agli alimenti base si aggiungono cetrioli o altre verdure non consone e difficilmente digeribili (a scelta: cipolle, peperoni, zucchine o spinaci non cotti, erbe non meglio identificate).
4. Infine per il principio “chi più ne ha più ne metta” una bella salsina delle loro, magari – siccome si fa con tutto - di cetriolo, oppure, per staccare, addirittura della marmellata

Gli inglesi più acuti sono vagamente consapevoli che qualcosa non torna, sebbene mai autocritici: e' la cucina italiana ad essere "sublime", non la loro ad avere dei problemi.  Comunque a partire da questo di tanto in tanto si dedicano alla cucina internazionale, va detto con dedizione e impegno. Ma non ce la possono fare. Prendiamo per esempio un alimento a prova di scemo. La pasta. Non è possibile sbagliare una pasta. Prendi gli spaghetti, acqua bollente 8 minuti, via gli spaghetti - su la salsa. Numero 3 azioni da fare, nessuna possibilità di errore. L'inglese riesce a sbagliare: 
  • Acquista gli spaghetti più scadenti sul mercato. Ignora i prodotti de cecco, rana agnesi ecc. che ogni negozio inglese ormai tiene e sceglie alla cieca un prodotto made in Manchester che si sfalda, non tiene la cottura e non ha sapore. Ma tanto il sapore: chi lo sente.
  • Non sala, sotto sala o ultra sala la pasta.
  • Ultra bollisce la pasta (che già non tiene la cottura) fino a renderla poltiglia
  • L'intruglio ottenuto viene condito con salsa sempre made in Manchester non scaldata o addirittura ketckup (da fare star li..)
  • I più raffinati avvertono un'anomalia di sapore che correggono con pepe a volonta' , spezie miste casuali o scaglie di cheddar .
Una volta nel piatto accanto o sopra alla pasta si mettono le restanti pietanze che spaziano dalla pizza, al pane, alla verdura mista digeribile (cipolle, peperoni, spinaci crudi ecc. vedi sopra) o alla carne. L'italiano in sala che manifesta segni di sconcerto viene bollato come pieno di fisime e incomprensibilmente attaccato ad un etica di separazione dei cibi.

Gli orrori della cucina britannica I - Riflessioni socio-culturali

Autore: Manu, corrispondente da Londra

Per rafforzare la vostra autostima in quanto fantastiche cuoche e farvi apprezzare la fortuna di essere nate nella patria del buon gusto volevo aprire una nuova rubrica dedicata agli orrori della cucina britannica e allo schock sensoriale di una mantovana in Inghilterra.

Tutte le grandi culture hanno sviluppato una grande cucina, come estensione e riflesso (appunto) di questa cultura. Perché gli inglesi, superavanti rispetto a noi per loro progresso civile e sociale, rimangono gli unici con problematiche alimentari terzo mondo?  La grande differenza con il terzo mondo, poi, è che quelli se avessero il cibo lo saprebbero cucinare: lo provano i vari ristoranti etiopi, tibetani, centrafricani, bangladesh (esi?) che non ti presentano "un piatto vuoto" ,come diceva quel comico cattivissimo, ma cibi esotici e intriganti salsine. 

E gli inglesi no. Persistono a mangiar male. A dire la verità esiste una cucina inglese, una cucina da tempo di guerra, rudimentale, frettolosa e approssimativa: la patatona tagliata con sopra il formaggio, il pollo scondito, carni varie soffocate da salse assurde ecc. Nelle campagne, diamo atto, è rimasta qualche signora che sa valorizzare carne, pesce e verdure bollite e alcuni pub hanno il tradizionale arrosto domenicale che ha un suo perché. Ma il resto di Inghilterra (i ristoranti, le mense, la cucina quotidiana delle nuove generazioni) produce alimenti inconcepibili a un palato italiano. Niente come la cucina divide il mondo in un blocco anglosassone e angloderivato (americani, australiani ecc.) e un blocco neolatino. Di qua' casino socio-politico ma cultura, buon gusto e senso del bello, di la’  barbari ubriaconi che mangiano tutto nello stesso piatto (magari col piatto in mano davanti alla televisione) cucine senza tavola o scolapiatti e in compenso bagni con la moquette. Esiste un confine fra l’uomo e l'animale e gli inglesi lo varcano.

Quando ci troviamo tra latini discutiamo per ore di questo incredibile vuoto nel loro processo di civilizzazione senza venirne a capo. E’ ignoranza, disinteresse, mancanza di mezzi o incapacità?

C'è chi li giustifica col clima: poveretti guarda che tempo. Non c'è mai il sole, dove trovano la verdura fresca e i prodotti genuini? Io pero’ tendo a non concedere attenuanti. Non è la cucina italiana alla radice una cucina povera? E la sublime cucina toscana prima fra tutte? Non è la pasta fatta di acqua e farina? Non sono i capunsei un'idea intelligente delle nostre nonne per riciclare il pane vecchio? La mancanza ha stimolato per secoli la creatività culinaria italiana. L’Italia ha dato un'occhiata agli spaghetti dalla Cina, al pomodoro dall’America e gli ha dato un nuovo senso una volta per tutte. L’Inghilterra che ha che colonizzato e saccheggiato mezzo mondo per secoli ha imparato qualcosa a parte il te? (e gli orientali hanno qualcosa da dire anche su questo).

Poi: è vero che non hanno prodotti freschi? I pascoli sono rigogliosi e pullulano di mucche e pecore, il pesce è ottimo: hai mai visto un piatto più elaborato del bollito? E con tutto il buon latte che hanno possibile che sappiano fare solo il cheddar? Anche quando il prodotto alla base è buono lo sanno rovinare.

C’e’ chi dice: sono protestanti, rifuggono il godimento sensoriale, non sono interessati alla cucina. Come si spiegano allora le migliaia di programmi di cucina, libri, reportage.. la cucina vende come non farebbe mai in Italia. Vuoi che abbiano imparato a cucinare?

Nemmeno l’istinto di sopravvivenza li fa desistere. Uno può mangiare merda un giorno, una settimana, ma non tutta la vita. Oppure: può mangiare merda lui stesso, ma non passarla ai suoi figli. Una mamma francese mi raccontava allucinata di come all’asilo sbombino i bambini di patatine fritte e hamburger "Children love it!" ribattevano le maestre.

La teoria più drastica in circolazione tra i latini, ma non infrequente, è che gli anglosassoni in seguito ad in - breeding insulare abbiano sviluppato carenze oltre che nell'aspetto fisico anche nel senso del gusto. Questo spiegherebbe l' assenza di distinzione tra i sapori e la mancata identificazione della schifezza alimentare quando deglutita.

(segue > al prossimo orrore)

lunedì 8 novembre 2010

Salsa tartara

Autore: Magaolimpia

Ingredienti 
  • 1 tuorlo d’uovo crudo
  • 3 tuorli d’uovo sodi
  • 1 cucchiaino di senape
  • 1 cucchiaino di aceto
  • 1 cucchiaino di sale e abbondante pepe
  • 1 bicchiere di olio
  • 1 cucchiaino di capperi
  • 1 cucchiaino di prezzemolo tritato

Preparazione 
In una terrina unire il tuorlo crudo con quelli sodi. Schiacciarli e lavorarli in modo da ridurli in pasta liscia. Condire quindi il composto con la senape, l’aceto, il sale e il pepe. Amalgamare bene, poi cominciare a versare goccia a goccia nella terrina l’olio, sbattendo il composto con una frusta come per una salsa maionese. Quando la salsa tartara avrà la consistenza desiderata completarla con i capperi e il prezzemolo.

Besciamella

Autore: Magaolimpia

Descrizione 
Una ricetta di base utile per molte preparazioni... Si può comprare anche già pronta quando si ha fretta, ma quella fatta in casa è mooolto meglio!

Ingredienti 
  • 1 l di latte
  • 100 g di farina
  • 100 g di burro
  • q.b. noce moscata
  • q.b. sale

Preparazione 
In un tegame sciogliere il burro a fuoco basso. Versare tutta insieme a pioggia la farina e con una frusta o un cucchiaio di legno girare in continuazione fino a quando non si sarà formata una pasta. Aggiungere poco alla volta, sempre girando, il latte precedentemente riscaldato (deve essere molto caldo). Salate. Sempre mescolando portare ad ebollizione la besciamella, riducendola alla densità desiderata. Completare con noce moscata a piacere.

Note
(Da Wikipedia, l'enciclopedia libera)
La besciamella è una salsa di base, che viene cioè spesso usata come elemento di partenza per composizioni più elaborate. È una delle salse basilari della cucina francese e italiana, ma è diffusa anche nel mondo anglosassone dove è nota come Salsa bianca. La preparazione odierna consiste nel versare un roux, un impasto fatto con burro e farina cotti, nel latte caldo (se si tratta di un roux freddo o freddo se il roux è caldo) e portare ad ebollizione in modo tale che la salsa addensi e veli il cucchiaio. La densità finale della salsa dipenderà dalla proporzione tra burro e farina presenti nel roux, e da quanto a lungo verrà cotta la salsa stessa. Alle origini si otteneva la besciamella con una lenta cottura di latte, brodo di carne e spezie, mescolate, con un aggiunta di crema. Il nome attuale fece la sua comparsa nel ricettario Le Cuisinier François, (Il Cuoco Francesco pubblicato nel 1651), di François Pierre (de) La Varenne (1615 - 1678) cuoco di Luigi XIV, il testo fondativo della Cucina francese. Il nome aveva lo scopo di onorare il cortigiano Louis de Béchameil, marchese di Nointel (1603-1703), che viene a volte indicato come l'inventore della ricetta. Molti cuochi sono d'accordo sulla possibilità di un' origine italiana della salsa: è infatti possibile che la salsa sia una derivazione della toscana Salsa colla "esportata" in Francia da Caterina de' Medici. In Italia la besciamella è particolarmente presente nella cucina emiliana. Alcuni popolari piatti basati su questo ingrediente sono: le lasagne, i cannelloni, le diverse varietà di pasta al forno, la pasta ai 4 formaggi e il timballo.

Infuso di bacche di rosa canina

Autore: SenzaSedie 

Descrizione 
Sono certa che passeggiando per i boschi, avete già incontrato queste bacche rosse. Sono ricchissime di vitamina C!


Ingredienti 
Bacche di rosa canina

Preparazione 
Prendere le bacche fresche, passarle nel forno per pochi minuti in modo da bruciare i peletti superficiali, poi mettere il tutto in luogo fresco e asciutto per fare seccare. Dopo un paio di settimane dovrebbero essere secche. A questo punto per preparare l'infuso si mettono delle bacche secche in acqua e poi si porta ad ebollizione. Quando bolle l'acqua, spegnere il fuoco e, se piace, aggiungere del miele. Accorgimento: per l'infuso, non schiacciare le bacche, altrimenti fuoriescono i semi e peletti che vedete in figura.. in quel caso, è necessario filtrare.

Lo sturalavandino di Bignotti

Autore: Zucca

Descrizione
 La ricetta è facilissima e potete variare le quantità fino a che l'infuso ottiene consistenza (densa) e aroma soddisfacenti per il vostro gusto. La ricetta è ispirata a un ottimo digestivo offerto dall'agriturismo Bignotti di Solferino, dove la cuoca, Valentina, si è guardata bene dal darmi la ricetta, quindi questa è almeno una degna imitazione.




Ingredienti 
  • tante foglie di alloro
  • succo di 10 limoni
  • 20/25 cucchiai di zucchero

Preparazione
Pelare i limoni al vivo, mettere da parte le bucce; tagliare i limoni a pezzetti e passarli al mixer, quindi filtrarli con il colino per ottenere un succo limpido ma piuttosto denso. Mettere tutto dentro una teglia alta insieme allo zucchero e far sobbolire fino a che lo zucchero è completamente sciolto. Aggiungere le foglie di alloro intere per altri 5 minuti, quindi spegnere e lasciare in infusione. Servire "bollente", meglio se nei bicchierini da punch.

Note
È un infuso da servire bollente alla fine di un pasto molto abbondante: stura ogni intoppo. Pensate che lo si serve di solito dopo le cosiddette "maialate", cene folli a base di solo maiale....

domenica 7 novembre 2010

[Carnevale] Zeppole

Autore: Magaolimpia

Descrizione
Dolce di Carnevale tipico marchigiano.

Ingredienti
  • 2 uova
  • 50 g di zucchero
  • 50 g di lievito di birra
  • 2 patate (circa 250 g)
  • mezzo bicchiere di latte
  • 1/4 di bicchiere di olio
  • 1 pizzico di sale
  • limone grattuggiato
  • vaniglia
  • 450 g di farina (circa)

Preparazione
Sbattete le uova con gli altri ingredienti, ad eccezione delle patate e della farina. Lessate le patate e, mentre sono ancora calde, passatele nello schiacciapatate e aggiungetele al composto. Mescolate fino ad ottenere un impasto omogeneo, aggiungete la farina ed impastate. Stendete la pasta ad un'altezza di circa mezzo centimetro, poi con un bicchiere o uno stampino rotondo per i biscotti ritagliate dei dischi di circa 5 cm di diametro. Schiacciate il centro tra due dita, così poi friggendo assumeranno la forma di ciambelle. Lasciate lievitare per un'oretta in ambiente caldo. Scaldate dell'olio da frittura in una pentola con i bordi alti, buttateci le zeppole e friggetele.

Note
Come quando si preparano gli gnocchi, la consistenza dell'impasto può variare a seconda di come sono le patate che vengono utilizzate per la preparazione: bisognerebbe quindi eventualmente aggiustare ad occhio la quantità di farina, in modo da non avere un impasto troppo duro, ma nemmeno eccessivamente molle.

Bretzen

Autore:  Magaolimpia

Descrizione 
Ricetta tedesca: sono ottimi per accompagnare una bella bevuta di birra! Provare per credere...



Ingredienti 
40 g lievito di birra
Mezza tazza d'acqua (30°)
500 g farina tipo "0"
250 ml acqua tiepida (30°)
1 cucchiaio di sale
farina per lavorare
1 cucchiaio di bicarbonato
1 litro acqua
sale grosso

Preparazione 
Far sciogliere il lievito nella mezza tazza d'acqua. Mettere la farina in una terrina, fare la fontana e aggiungere il lievito. Lavorare la pasta aggiungendo poco per volta i 250 ml di acqua dove avrete fatto sciolgiere il sale. Lavorare bene la pasta: otterrete un impasto omogeneo e molto elastico. Formare un rotolo con la pasta ottenuta. Fare 15 porzioni uguali di pasta che dovranno essere allungate, una ad una, con le mani fino a formare una specie di "grissino" lungo 30 cm circa, più largo al centro e più sottile alle estremità. Dare forma ai brezel, e cioè formare un arco, incrociare le estremità e ripiegarle verso l'alto. Durante questa operazione, non semplice perchè la pasta è molto elastica, aggiungete pure un po' di farina per lavorare meglio. Fare riposare per circa 10 minuti. Far bollire il litro d'acqua con il bicarbonato e immergervi i brezel uno ad uno con una schiumarola per circa mezzo minuto. Sistemarli in una teglia imburrata (oppure su carta da forno), cospargere con il sale grosso e far cuocere per circa 30 minuti nel forno preriscaldato a 225° (non ventilato).

Cioccolata in tazza al Baileys

Autore:  Magaolimpia

Descrizione 
Ricetta tipicamente invernale, le dosi sono per una persona e vanno moltiplicate per il numero dei golosi. Se la servirete con panna montata farete un figurone!

Ingredienti  
3/4 di tazza di latte
1 bicchierino di Baileys
1 cucchiaio raso di farina
1 cucchiaio colmo di cacao
1 cucchiaio raso di zucchero
panna montata (a piacere)

Preparazione 
In un pentolino antiaderente mettete il cacao, la farina e lo zucchero, poi versateci dentro il latte precedentemente scaldato mescolando molto bene. Aggiungete il Baileys e mettete sul fuoco, che deve essere basso. Mescolate continuamente portando ad ebollizione, fate bollire per qualche minuto fino alla densità desiderata e poi servite nelle tazze ricoprendo, se lo desiderate, con abbondante panna montata spolverizzata di cacao.

Mini strudel con sarde, uvetta e pinoli

Autore: senzasedie

Ingredienti 
  • 500 g pasta sfoglia
  • 100 g ricotta
  • 50 g pinoli
  • 300 g filetti di sarde
  • 50 g uva sultanina
  • 40 g burro
  • olio extra vergine
  • sale e pepe

Preparazione
Ammollare l'uva sultanina. Lavare i filetti di sarde, spezzettarli e rosolarli in una padella antiaderente con un filo d'olio. Insaporire con sale e pepe. Amalgamare alle sarde i pinoli e l'uva sultanina, sgocciolata e ben strizzata. Fare raffreddare il composto. Utilizzare una pasta sfoglia molto sottile e ricavarne tanti rettangoli di circa 12 cm di lunghezza. Incorporare la ricotta alle sarde e distribuire il composto sui rettangoli di pasta. Arrotolare i mini strudel su se stessi, facendo aderire bene i bordi. Foderare una placca con carta da forno e adagiarvi gli strudel, spennellarli con il burro, fuso a parte. Cuocere in forno già caldo a 200°C per 20 minuti e servire caldi o tiepidi.

Note
Ho provato anche una variante: triglie al posto delle sarde e pasta brisè al posto della pasta sfoglia, niente male direi.

Strudel di verdure e formaggio

Autore: senzasedie 

Ingredienti 
  • 200 g pasta sfoglia
  • 3 zucchine
  • 1 porro
  • 2 carote
  • 300 g spinaci
  • 200 g taleggio
  • 1 tuorlo d'uovo
  • 2 cucchiai di olio d'oliva extravergine
  • 2 cucchiai di semi di sesamo o di cumino
  • sale e pepe

Preparazione 
Lavare bene le verdure. Affettare il porro dopo aver eliminato la parte più dura e soffriggerlo in una padella con l'olio. Tagliare a listarelle le zucchine e le carote. Aggiungere al porro le carote, dopo 5 minuti le zucchine e dopo 2 minuti gli spinaci. Proseguire la cottura per 5 minuti, salare, pepare e lasciare riposare. Togliere la crosta al taleggio, tagliarlo a pezzetti e mescolarlo alle verdure. Stendere la pasta su una placca foderata con carta da forno ed inumidire i bordi della pasta sfoglia con poca acqua fredda. Suddividere il ripieno su 2/3 della pasta, lasciando liberi i bordi, e livellarlo con il dorso di un cucchiaio. Arrotolare la pasta su se stessa, quindi premere bene i bordi per sigillarli. Spennellare lo strudel con il tuorlo d'uovo sbattuto con un po' d'acqua, sploverizzare con i semi di sesamo e cuocere nel forno già caldo a 200°C per 35 minuti, finchè risulterà dorato. Servire caldo o tiepido.

Note
Personalmente, non amo il taleggio, anzi ci sono rimasta male quando l'ho aperto. Sostituirlo con del brie credo sia un'ottima idea per chi non ama le "muffe" :)

Speck con le pere

Autore:    Senzasedie

Ingredienti 
300g speck tagliato sottile
3 pere kaiser
150g cubetti di parmigiano

Preparazione 
Sbucciare le pere, privarle del torsolo e tagliarle a fette sottili. Tagliare i cubetti di parmigiano in sottili lamelle. Prendere ad una ad una le fette di speck e farcirle con una fettina di pera ed una di parmigiano. Disporre nel piatto di portata e riporre in frigorifero fino al consumo.

Cocktail Rosengarten

Autore: Mauro Brazzo

Descrizione
Cocktail analcolico fresco e semplice da preparare.





Ingredienti
  • 800 ml latte
  • 200 ml succo di sambuco
  • 1 cucchiaino miele
  • 1 pizzico cannella
  • 1 goccia sciroppo di fragola
  • 1 cucchiaio zucchero di canna
  • 4 fragole
  • 2-3 foglioline di menta (opzionale)
  • 1 bastoncino di cannella (opzionale)

Preparazione 
Miscelate lo zucchero di canna e la cannella e decorate con la miscela così ottenuta una coppetta da cocktail. Frullate gli ingredienti in uno shaker insieme a del ghiaccio e versate il cocktail così ottenuto nella coppetta. Sistemate una fragola sul bordo della coppetta e unite, a piacere, una foglia di menta o un bastoncino di cannella.

Note
La ricetta viene presentata con una guarnizione che non influenza la ricetta stessa: è da considerarsi quindi opzionale.

Rustico Leccese

Autore:    magaolimpia

Descrizione
Il rustico fa parte della tradizione gastronomica "da passeggio" del Salento, ed è possibile trovarlo in ogni forno, bar o rosticceria. Viene prodotto utilizzando due dischi di pasta sfoglia, di circa 10 cm di diametro, ai quali si unisce un ripieno di mozzarella, besciamella, pomodoro e sovente pepe e noce moscata.

Ingredienti
  • 500 g di pasta sfoglia
  • 125 g di mozzarella tritata
  • 150 g di salsa di pomodoro a pezzi
  • 250 ml di besciamella
  • 1 uovo
  • olio
  • sale & pepe
  • noce moscata

Preparazione 
1. Preparare una besciamella densa (o utilizzare quella già pronta) aggiustando di sale, pepe e noce moscata.
2. Aggiungere alla besciamella ancora sul fuoco la mozzarella tritata, mescolare finché quest'ultima non si sia sciolta per bene. Lasciare intiepidire.
3. Condire il pomodoro con un goccio d'olio e un po' di sale.
4. Stendere la pasta sfoglia (3-4 mm di spessore) e ritagliare sei cerchi di circa 10cm Ø e sei cerchi di circa 12cm Ø.
5. Disporre sui cerchi più grandi una cucchiaiata abbondante di besciamella e un cucchiaio scarso di salsa.
6. Ricoprire i dischetti conditi con i cerchi più piccoli, sigillando bene i bordi.
7. Disporre i rustici su una teglia con carta forno e spennellare con l'uovo sbattuto.
8. Cuocere a forno preriscaldato a 250° per 10 minuti circa.
9. Lasciar raffreddare e buon appetito!

Gli avvoltini di Cecilia

Autore: Zucca

Ingredienti
  • due o tre rotoli di mozzarella S. Lucia
  • rucola fresca, meglio se selvatica
  • 100 g prosciutto crudo
  • 100 g speck
  • crema di funghi
  • stecchini
  • pomodorini
Preparazione
Premessa la fantasia delle nostre cuoche, gli ingredienti possono essere i più disparati purché si coordino bene con la mozzarella. Stendere i rotoli e partiamo dal primo rotolo. 1) stendere sulla mozzarella le fette di crudo, spargervi sopra la rucola, quindi avvolgere (da cui "avvoltini") il tutto in un rotolo stretto da fermare con gli stecchini; 2) stendere sulla mozzarella la crema di funghi, poi stendere le fette di speck e quindi avvolgere; 3) condire a parte rucola e pomodorini tagliati a rondelline sottili (meglio se si tolgono i semi) con sale e poco olio, distribuire il tutto sulla mozzarella e finire con una spolverata di origano, e quindi avvolgere. Lasciare in frigo un paio d'ore, poi tagliare a rondelle alte almeno un centimetro e mezzo (devono essere comode da prendere in mano senza che il ripieno scappi ovunque) e disporle su un piatto da portata. Fine.

Capesante (1)

Autore: Nero d'Avola

Ingredienti 
  • 12 Capesante
  • 4 cucchiai d'olio d'oliva
  • 3 cucchiai di pane grattuggiato
  • 3 cucchiai di formaggio grana grattuggiato
  • q.b. prezzemolo
  • 1 spicchio d'aglio

Preparazione
In una terrina unire il pane, il formaggio, l'olio, il prezzemolo e l'aglio tritati. Prendere 4 gusci di capesante e mettervi 3 molluschi cad. Stendere sopra le capesante il composto di cui sopra. Infornare a forno già caldo a 250° per 5 minuti e poi passare col grill per 2 minuti.

Note
Servire con un ottimo Prosecco

Capesante (2)

 Autore: Nero d'Avola

Ingredienti 
  • 12 Capesante
  • 1/2 bicchiere di pane grattugiato
  • q.b. olio d'oliva
  • q.b. prezzemolo
  • 1 spicchio d'aglio

Preparazione 
Passare nel pane grattugiato le capesante. Fare un soffritto con l’olio d’oliva, il prezzemolo e lo spicchio d’aglio. Una volta che l’aglio avrà preso colore mettere nell’olio le capesante che vanno cotte per circa 3 minuti per lato. Le capesante possono essere servite adagiandole nei loro gusci che prima devono essere un po’ scaldati.

Antipasto estivo

Autore: magaolimpia

Descrizione
Antipasto sfizioso per l'estate o piatto adatto alle cene con bambini...




Ingredienti 
8 uova
4 pomodori
una scatola grande di tonno
4 cucchiai maionese
maionese in tubetto per decorare
foglie d'insalata per decorare
senape (a piacere)

Preparazione
Mettete in una pentola le uova e copritele d'acqua; mettete sul fuoco e fate bollire per 10 minuti (iniziate a prendere il tempo quando l'acqua inizia a bollire). Scolate le uova e passatele sotto l'acqua fredda per raffreddarle. Pelatele, tagliate l'estremità inferiore e fate uscire il tuorlo, avendo cura di non rompere l'albume. Frullate i tuorli insieme al tonno e alla maionese, a paicere potete aggiugnere un cucchiaio scarso di senape. Riempite le uova con il composto ottenuto e disponetele su un piatto con sotto qualche foglia di insalata. Tagliate a metà i pomodori, svuotateli e disponeteli sopra le uova, come per formare un funghetto. Con la maionese in tubetto fate dei puntini bianchi sopra i pomodori, in modo da ottenere l'effetto dei funghi rossi a pois bianchi.

Involtini dietetici

Autore: zucca

Descrizione 
È un piattino di antipasti per cene estive e non, molto leggero, adatto a regimi alimentari dietetici. Può anche essere usato come secondo piatto unico di carne e verdure ma il rischio è che essendo molto leggero poi se ne mangi una barca!!!

Ingredienti 
12 fette di roast beef tagliate un po' spesse
3 zucchine
2 carote
sale
pepe
erbette aromatiche a piacere (la migliore è l'erba cipollina)
olio e limone

Preparazione
Tagliare carote e zucchine alla julienne, disporle in una zuppiera e spruzzarle di limone e sale perché non si anneriscano. Far riposare per una mezz'oretta e scolare l'acqua in eccesso. Prendere una forchettata delle verdure e fare un involtino con una fetta di roast beef: se la fetta è un po' spessa non c'è bisogno di fermarla con uno stecchino. Disporre gli involtini a raggiera su un piatto di portata e spolverare di sale, olio di oliva (un paio di cucchiai) ed erbette tritate finemente.

Pomodori alle verdure

Autore:  senzasedie

Descrizione
Un antipasto veloce e volendo ci scappa anche un contorno ;)

Ingredienti
4 pomodori maturi (grossi)
50g olive nere snocciolate
1 peperone giallo
1 melanzana
1 zucchina
1 cucchiaio di origano
1 spicchio d'aglio
olio extra vergine d'oliva
sale
pepe

Preparazione 
Privare il peperone dei semi e dei filamenti bianchi, poi tagliarlo a listarelle. Pulire la melanzana e la zucchina, tagliarle a dadini di circa 1 cm. Mettere tutto in una teglia unta con 2 cucchiai d'olio. Cuocere nel forno caldo a 200° per 20 minuti. Lavare i pomodori, asciugarli e togliere da ciascuno la calotta. Eliminare i semi, spolverizzare l'interno con poco sale e capovolgerli su un vassoio coperto con carta da cucina perchè perdano l'acqua. Mettere le verdure cotte in una ciotola, condirle con 2 cucchiai d'olio, l'origano, l'aglio sbucciato e diviso a metà, le olive tagliate a rondelle e regolare di sale e pepe. Lasciare insaporire il composto per 10 minuti e suddividerlo nei pomodori asciugati, dopo aver eliminato l'aglio.

Note
Se aumentate le dosi della verdura al forno, la restante può essere servita come contorno.

Antipasto di zucchine grigliate

Autore: tortella

Ingredienti
  • 12 fette zucchine
  • gr. 100 robiola
  • gr. 50 prosciutto crudo
  • q.b. erba cipollina / rucola
  • q.b. sale
  • q.b. pepe
Preparazione 
Tagliare le zucchine a fettine sottili (2-3 mm)per la lunghezza, salarle e lasciarle riposare per 15 minuti in modo che rilascino l'acqua. Scaldare una bistecchiera, grigliare le zucchine e lasciarle raffreddare. Tagliare a pezzetti il prosciutto crudo e frullarlo, poi unirlo alla robiola con un po' di pepe, in modo da formare una mousse. Si possono aggiungere anche erba cipollina o rucola tritate finemente. Spalmare la crema di robiola sulle fettine di zucchine grigliate e arrotolarle a chiocciola.

Girelle al prosciutto e rucola

Autore: tortella

Descrizione
Antipasto veloce da preparare e gustoso

Ingredienti
  • 5 fette pane bianco per tramezzini (banco frigo)
  • gr. 100 robiola
  • gr. 150 prosciutto cotto
  • gr. 30 rucola
  • q.b. sale
  • q.b. pepe
  • 2 cucchiai latte

Preparazione
Mettere in una zuppiera il prosciutto cotto a pezzetti, il sale, il pepe e la robiola e tritare il tutto con un robot da cucina (minipimer) in modo da formare una mousse. Prendere le fette di pane bianco e passargli sopra con il mattarello in modo da renderle sottili. Spalmare sopra le fette di pane la crema di robiola e prosciutto, aggiungere qualche foglia di rucola tritata e arrotolare le fette su se stesse. Mettere i rotolini di pane così ottenuti su un piatto, coprirli con pellicola trasparente e riporli in frigorifero per almeno mezz'ora. Prima di servirli, tagliare i rotolini a dischetti spessi 1 cm in modo da formare delle girelle e servire.