Autore: Boskizzi
Grazie si trova a cinque chilometri da Mantova, sulle rive del Mincio, nel punto in cui il fiume s’ingrossa per buttarsi nel lago Superiore. Il minuscolo paesino sarebbe del tutto sconosciuto se non fosse per il Santuario che si erge nella piazza centrale, un edificio imponente e bellissimo, tuttora meta di pellegrinaggio per i fedeli che vengono a portare il loro tributo alla Santa Vergine. Fu fatto costruire nel 1399 da Francesco I Gonzaga per celebrare la fine della peste e per ringraziare la Madonna di aver graziato Mantova bloccando il diffondersi dell’epidemia.
Era l’11 agosto 1425 infatti quando Gian Francesco Gonzaga, marchese di Mantova, con una grida dichiarò il piazzale antecedente il Santuario della Beata Vergine delle Grazie luogo di “libero mercato di merci”. Da allora, ogni Ferragosto, viene allestita “La Fiera delle Grazie” un connubio tra sacro e profano, che vede coinvolti centinaia di migliaia di mantovani, di ogni età, sesso e classe sociale.
Dicevamo, sacro e profano. Durante i giorni della fiera più di dieci tonnellate di cotechino vengono serviti con pane e lambrusco. Mangiato a qualsiasi ora della giornata, con più di 30 gradi all’ombra, in piedi o seduti, la faccenda assume il ruolo di vero e proprio rito collettivo, dove il nobile insaccato diventa medicina omeopatica contro lo stress della vita moderna, apportatrice di saggezza e ausilio alla preghiera. Si perchè anche il sacro ha la sua importanza: il 14 e 15 l'annuale «Incontro Nazionale dei Madonnari» raccoglie più di 150 artisti da tutto il mondo. I «Madonnari» (pittori che dipingono con gessetti colorati sull'asfalto) creano riproduzioni di quadri famosi o immagini di fantasia dedicate alla Madonna e si sfidano in un concorso che elegge l'opera più bella.
C'è chi storce il naso, davanti al cotechino gustato a ferragosto. Un pregiudizio che vi invito a sfatare, alla faccia di chi vi vuole male. Se non bastano le mie parole, per incuriosirivi, vi invito a leggere il manifesto del MLC - Movimento Liberazione Cotechini, dove Leonardo Romanelli riflette sulla necessità di mangiare questo gustoso alimento non solo a Natale.
In chiusura, chi gà d’le fole perchè l’è feragust el vol mia magnar al cudghin, al capis an caso e l’è mei cal vaga a dar via al cul… La mia parte l'ho fatta, vi invito a guardarvi il video del pellegrinaggio con la benedizione urbi et orbi impartita col salame ed il lambrusco . Gnam Gnam.
Nessun commento:
Posta un commento